06. Natale: l’eterno Dio incarnatosi eternamente

Molti oggi festeggiano il Natale come una festa d'inverno, all'insegna del consumismo, lasciando Cristo, il festeggiato, fuori dalla festa. È recente la notizia di una scuola elementare nel Mantovano che ha pensato bene di rimuovere il nome “Gesù” da un canto natalizio, per “non offendere nessuno”, per essere più politicamente corretti e inclusivi. Per altri, invece, il Natale è solo un’antica tradizione, un bambino in fasce, addormentato nella mangiatoia come simbolo universale di pace, che nella sua innocenza ci mostra il modo in cui noi dovremmo vivere: dobbiamo esser riservati come lui, non pestare i piedi a nessuno, miti e innocenti e disposti a stare laddove ci mettono. Il Natale non è solo una festa per la famiglia, il volerci bene e l’esser più buoni e generosi. Questi sentimenti, seppur nobili, non ci parlano del vero significato del Natale, il quale è un ricordo annuale della più grande storia di redenzione mai raccontata: la venuta del Figlio di Dio in questo mondo per redimerci dal nostro peccato: è Dio fattosi uomo per salvarci dalla morte eterna per il nostro peccato e per riportarci in comunione con Dio!

1.    L’identità eterna del Dio-uomo Gesù Cristo
2.    La maestà dell’incarnazione del Dio-uomo Gesù Cristo
3.    Il ministerio glorioso del Dio-uomo Gesù Cristo

Rev. Vincenzo Coluccia

Dopo aver lavorato per dieci anni nell’ambito dell’ingegneria strutturale, Vincenzo si è laureato in teologia presso il Westminster Seminary California. Ora è un ministro di culto ordinato presso la Chiesa Presbiteriana in America (PCA) incaricato dal Presbiterio della Costa Meridionale della California di fondare una chiesa presbiteriana nel capoluogo Salentino attraverso la Mission to the World (MTW), l'agenzia missionaria della PCA, per cui lavora insieme alla moglie Judit dal 2020. Attualmente, Vincenzo è pastore della Chiesa Presbiteriana di Lecce, città in cui vive assieme alla moglie Judit, e i figli Abigail, Samuel ed Emmanuel.

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10. La funzione sacerdotale del comunicare il perdono di Dio