29. L’opera del Buon Pastore

Sembra che tra tutte le creature a quattro zampe, le pecore siano le meno brillanti (intelligenti). Infatti, se lasciate a sé stesse e incustodite, le pecore possono facilmente perdersi, diventare facili prede per i lupi o altri predatori, o addirittura gettarsi da un dirupo, perché non riescono a discernere il pericolo. Questo è il motivo per cui tali animali hanno bisogno di pastori.

Il fatto che le Scritture paragonino i credenti alle pecore dovrebbe farci riflettere non poco. Tale paragone non è un certamente un complimento, ma ci fa ben intuire i rischi che un credente corre se si allontana dal proprio pastore. Gesù, il “buon pastore delle pecore,” è colui che chiama i suoi eletti fuori dall’ovile di perdizione di questo mondo, per fargli entrare nel Suo regno eterno di salvezza.

Due aspetti emergono da questi versi:

1.    Il fondamento dell’opera della salvezza
2.    L’estensione dell’opera della salvezza

Rev. Vincenzo Coluccia

Dopo aver lavorato per dieci anni nell’ambito dell’ingegneria strutturale, Vincenzo si è laureato in teologia presso il Westminster Seminary California. Ora è un ministro di culto ordinato presso la Chiesa Presbiteriana in America (PCA) incaricato dal Presbiterio della Costa Meridionale della California di fondare una chiesa presbiteriana nel capoluogo Salentino attraverso la Mission to the World (MTW), l'agenzia missionaria della PCA, per cui lavora insieme alla moglie Judit dal 2020. Attualmente, Vincenzo è pastore della Chiesa Presbiteriana di Lecce, città in cui vive assieme alla moglie Judit, la figlia Abigail e il figlio Samuel.

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